Inizia il countdown: entro il 2030 stop alla perdita di biodiversità
Lo scorso 22 maggio, in occasione della Giornata Mondiale per la Biodiversità, il MiTE – Ministero della Transizione Ecologica – ha ufficialmente presentato il IV Rapporto sullo Stato del Capitale Naturale, un documento faro che “ha il compito di guidare la strategia italiana nella gestione del Recovery Plan, con l’obiettivo di lasciare i sistemi naturali e la biodiversità dell’Italia in uno stato migliore di quello che abbiamo ereditato.”
Istituito nel 2015, il Rapporto sullo Stato del Capitale Naturale viene redatto ogni anno dal Comitato per il Capitale Naturale (CCN) con l’obiettivo di mappare lo stato di salute dei nostri sistemi naturali, di fornire valutazioni biofisiche ed economiche dei servizi ecosistemici nonché di assicurare un contributo significativo dell’Italia alla realizzazione degli impegni internazionali presi, quali l’Agenda ONU per lo Sviluppo Sostenibile 2030, la Strategia europea per la biodiversità per il 2030 e la Strategia “Farm to Fork”.
Come i precedenti, anche il IV Rapporto non si configura semplicemente come fotografia dello stato attuale della biodiversità italiana ma, attraverso una contestualizzazione globale, individua le azioni concrete e le sinergie da attuare per risolvere le criticità riscontrate. L’attuale pandemia di Covid-19 ha permesso di comprendere come la tutela della biodiversità non sia una questione di carattere puramente ambientale ma coinvolge l’uomo anche a livello sanitario; è innegabile, infatti, il legame che esiste tra perdita di biodiversità e rischio di esposizione a patologie che derivano dal contatto tra uomo e animali. Si tratta di cambiare approccio e di estendere il concetto di salute a tutto il pianeta.
L’obiettivo posto dal Rapporto è ambizioso: “la nostra deve essere la prima generazione che lascia i sistemi naturali e la biodiversità in uno stato migliore di quello che ha ereditato” e individua il 2030 come termine entro cui arrestare la perdita della biodiversità, invertire tale tendenza e osservare i primi risultati di una grande “opera pubblica” di ripristino dei nostri ambienti terrestri e marini.
Nel corso del 2021 dunque sarà definita la nuova Strategia Nazionale per la Biodiversità per il 2030, che verrà impostata proprio a partire dai contenuti e dalle indicazioni tracciate nel IV Rapporto sul Capitale Naturale. Accanto alle misure di carattere economico, ciò che ognuno di noi può fare è comprendere che la salute del nostro pianeta riflette la salute del genere umano e agire secondo questo principio.
È possibile leggere qui la versione integrale del IV Rapporto sullo Stato del Capitale Naturale.